Rosa Selvaggia #IX, 05-06/1998
Siete ormai vicini ai 20 anni di attività. Qual
è il bilancio di questa lunga avventura musicale?
Il bilancio globale è una vita di merda passata vicino a gente che fa
schifo, eccezioni a parte. Nonostante questa affermazione, posso dire che ho
sicuramente creduto fino in fondo a ciò che mi sentivo di dovere fare,
per questo gruppo, che poi rappresenta una parte molto importante della mia
vita. Tutti questi anni sono stati esageratamente faticosi, anche se negli
ultimi tempi un certo relativo apprezzamento da parte di un determinato
pubblico, ha attenuato un senso di deriva che aveva caratterizzato il primo
decennio del gruppo. I sacrifici fatti sono rapportabili a quelli di molte
altre bands, ma in questo caso, si sono "estesi all'infinito", dato che non
molti resistono così a lungo. La stanchezza che sento non riguarda la
passione od il bisogno interiore di continuare a comporre, ma lo stress di
dover avere a che fare continuamente con personaggi negativi e squallidi. Sono
però contento per essere riuscito a trovare un modo espressivo che mi
fa amare sinceramente i nostri lavori, anche se è in continuo svilupppo.
Forse è quello che altri chiamano "stile personale", che poi può
piacere o meno. Mi illudo di esserci riuscito, anche se non voglio ricordarmene
quando compongo, preferendo pormi sempre molto criticamente verso di esso.
Questa è una delle poche note positive della mia carriera, assieme al
piacere di suonare dal vivo.
Perché non pubblicate quasi mai i testi delle
vostre canzoni? Le poche volte che lo avete fatto si sono rivelati testi molto
belli
Perché sono ipercritico, avendo capito che molti testi scritti da me in
passato erano orribili, anche se sentiti; così, capita che mi vergogno
quasi di ciò che scrivo, anche perché mi espone troppo, a volte,
trattando spesso di argomenti intimi, magari un po' nascostamente. Il fatto di
dovere scrivere in metrica, poi, non aiuta a fare capire esattamente quello
che, magari, potresti fare se non condizionato da quel fatto e dalla lingua
straniera, che comunque a noi serve usare. Omettendo di scrivere i testi, ho
come la sensazione di essere meno comprensibile, il che, a volte mi ha aiutato.
Invece, ultimamente, da quando ho adottato un linguaggio a volte più
grigio e quotidiano, con meno orpelli, mi sento di pubblicarli, anche se non
sempre. In più, voglio dire che non potrei mai accettare di essere
attaccato da qualche giornalista imbecille, per le cose che scrivo... Pazienza
per la musica, ma, per i testi... No, dovrei uccidere.
Durante il concerto al "Fuori Orario" (5/1/98) avete
proposto delle nuove versioni di alcuni vostri pezzi classici decisamente
accattivanti e molto trascinanti ("I'm the light" era commovente, mentre
"Heldenplatz" abbiamo stentato a riconoscerla: se già era uno dei
vostri pezzi più belli, in quell'arrangiamento lo era ancora di più).
Perché quindi non pubblicare un live con tali versioni o un disco di
remix?
Spesso faccio re-mix di nostre cose "vecchie", ma sovente li butto qua e là,
senza ostentare troppa importanza, anche se per me ne hanno. In ogni caso, le
cose che facciamo dal vivo e che sono arrangiamenti diversi dall'originale
relativo, sono appunto create per il pubblico dei concerti, per fare loro
capire che non vogliamo proporre sempre la solita roba, come si usa erroneamente.
E' come prendersi cura del tuo pubblico, dimostrargli che hai lavorato per
esso, senza volerci guadagnare a tutti costi in maniera spicciola, cioé
pubblicando tutto. Forse, l'idea di un "live" non è da scartare. Mi
piacerebbe farne uno ufficiale, perché i bootlegs in CD e cassetta che
circolano sono tremendi... Vedremo.
Per quanto riguarda l'attività "live", in quale
Paese vi siete trovati meglio? (sia come organizzazione tecnica sia come
risposta del pubblico)
Vorrei dire in Italia, ma non sarei sincero. Germania e Belgio, per l'organizzazione,
sono i punti migliori per noi, al momento, anche se non sempre tutto funziona
al massimo, anche là. Come pubblico, quello tedesco, tradizionalmente
considerato "freddo" è sembrato quello più comunicativo ed
entusiasta.
Quali band apprezzate maggiormente in Italia e all'estero?
Apprezzare ed essere influenzati da ciò che si ascolta è spesso
cosa differente. Le mie influenze possono essere, tra le varie, Kraftwerk,
Pink Floyd, Nico, la musica elettronica tedesca dei '70 in generale, Joy
Division, Suicide, Gyorgi Ligeti e Gustav Mahler. Mi piace però
ascoltare parecchie cose... Morcheeba, Swans, Death In June e bands "collegate",
Underworld, Plastikman, Van Der Graaf Generator, Laibach, Sparks, Aphex Twin
e molti altri. Riguardo nomi italiani, mi sono piaciuti molti lavori di
Faust'o/Fausto Rossi, sia vecchi che recenti. Alla fine dei '70, un gruppo
come i Chrisma ha fatto miracoli, secondo me, continuando poi molto bene.
Riguardo l'area indipendente, mi è difficile fare nomi, dato che conosco
molta gente e se mi scordo qualche nome mi sparano! Scherzi a parte, trovo ci
siano buoni gruppi, indipendentemente dai relativi stili e generi che possono
interessarmi o meno. Nell'elettronica, i Limbo stanno crescendo ed i Pankow
hanno fatto un ultimo album molto "fresco" ed originale, anche se non sono
sicuro sia stato capito a fondo. I Kebabträume stanno lavorando a nuovo
materiale interssante. E' difficile parlare di gente che in massima parte si
conosce bene... e la lista rischia di escludere comunque nomi e generi validi,
anche se parecchie schifezze.
La classica domanda finale: quali sono i vostri progetti
per il futuro sia per quanto riguarda le uscite discografiche che per i
concerti?
Sta per uscire una raccolta di canzoni, già edite tra il 1981 e il '97,
che comprenderà, oltre alle versioni originali, anche 3 remix recenti,
un live ed un paio di inediti. Il CD in questione dura quasi 150 minuti,
essendo doppio, ma dovrebbe essere messo in vendita più o meno al
prezzo di un singolo da Nova Tekk (Germania) e Metropolis (USA).
Uno di quei due inediti, da anche il titolo ad un maxi-single che contiene
materiale completamente nuovo, olter al brano già presente nella
collezione. Il 14 Aprile è la data ufficiale di uscita del singolo,
seguita 2 settimane dopo d aquella del CD antologico, ma tutto sarà
spostato di un mese in avanti, dato che non è stato possibile terminare
le registrazioni del singolo entro la scadenza prevista. A novembre, dovrebbe
uscire quell'album orchestrale già annunciato da un po'; abbiamo alla
fine trovato orchestra e coro ed i rispettivi direttori dovrebbero essere
pronti per fine agosto. E' un progetto costoso ed ho dovuto accertarmi che
l'etichetta fosse economicamente in grado di affrontarne la realizzazione.
Dopo quel disco, forse il gruppo sarà "congelato", per un po', almeno
discograficamente. E' una soluzione a cui sto pensando, anche se, appunto, i
concerti dovrebbero potere continuare, nei limiti del possibile. Alternativamente,
sto formando un nuovo gruppo con la nuova cantante Barbara Boffelli, il quale
dovrebbe lavorare sia in studio che dal vivo. Sono ipotesi, ancora. Amo i
Kirlian Camera più di ogni altro progetto musicale a cui io abbia preso
parte, appunto per questo vorrei farli riposare un po'. Nel frattempo, stiamo
andando avanti a fare tour e concerti in Germania, Svizzera, Svezia, Belgio,
Francia e un po' di date sembrano essere richieste anche in Italia, finalmente.
Candyman